La struttura della pelle: c’è chi la paragona alla Muraglia cinese, chi invece alla barriera corallina. Per una delle mie docenti era simile ad un muro. Per me, invece, la pelle è simile ad un merletto!
La pelle è un organo, tra i più complessi del nostro corpo: ci protegge dal mondo esterno ma, allo stesso tempo, è fragile e delicata. Per sapere di cosa la pelle umana ha bisogno, però, bisogna innanzitutto conoscerla partendo proprio dalla parte morfologica. Conosciamo più da vicino l’anatomia della cute, gli strati del derma e di cosa si compongono per capire meglio come funziona!
La barriera cutanea
Se ne sente parlare spesso, ma pochi vi spiegano cos’è: la barriera cutanea è la parte più esterna, a diretto contatto con le nostre mani. È formata da acqua (sudore), lipidi e il famoso NMF (Natural Moisturizing Factor), un composto di zuccheri, amminoacidi e sali. Insieme, creano uno strato protettivo sulla nostra pelle che ne regola la TEWL (Trans Epidermal Water Loss), cioè la perdita di acqua dall’epidermide e protegge dall’ambiente esterno.
La barriera cutanea si compone anche di un secondo mantello costituito dallo strato corneo, cioè dalle lamelle di cheratina, cellule che hanno perso il nucleo e sono pronte per essere naturalmente eliminate.
A tenere coese le lamelle e al di sotto di queste c’è il famoso cemento intercorneocitario, costituito dai derivati dei corpi di Odland: colesterolo, ceramidi e altri acidi grassi che costituiscono la (terza) barriera di permeabilità, che regola il passaggio delle sostanze della pelle.
Ovviamente, tutte le volte che detergiamo la pelle, per certi versi andiamo a “compromettere” o “disciogliere” questa barriera a causa dell’azione dei tensioattivi contenuti nei cosmetici: in questa fase è importante far seguire istantaneamente l’applicazione di una crema per ripristinare la barriera e proteggere la cute.
Qualsiasi detergente, anche quello più delicato, andrà a sciogliere parzialmente questa barriera però se è delicato e ne comprometterà meno il funzionamento. Questo è il motivo per cui è importante tener sempre presente il concetto di “delicatezza” e “affinità”, scegliendo il detergente che più efficacemente potrà rimuovere i residui di sporco e di make up senza tuttavia lasciare la pelle con la fastidiosa sensazione di secchezza o di pelle che “tira”.
Come è composta la struttura della pelle?
L’epidermide è il tessuto più superficiale della cute e si compone a sua volta di più strati.
Il più profondo è quello da cui hanno origine le cellule che compongono la pelle, che si chiamano cheratinociti.
Questi ultimi, nella risalita verso lo strato corneo, subiscono delle trasformazioni che le portano a perdere il nucleo e diventare corneociti (comunemente chiamati cellule morte) che, perdendo progressivamente acqua saranno poi naturalmente esfoliati (desquamazione). Questo processo si chiama cheratinizzazione e dura 25-30 giorni in soggetto giovane (25-30 anni) e aumenta di durata man mano che si avanza con l’età.
Nell’epidermide, inoltre, sono presenti diverse altre cellule tra cui:
- i melanociti, responsabili della produzione di melanina e della protezione della pelle da parte delle radiazioni ultraviolette;
- le cellule di Langerhans che innescano le reazioni anticorpali, a difesa dell’organismo;
- le cellule di Merkel, che sono di origine nervosa e hanno a che fare con la sensibilità tattile.
Troviamo poi gli annessi cutanei: ghiandole sudoripare (collegate a quelle pilo-follicolari) e sebacee. Le prime, insieme al sudore, vanno a regolare la temperatura mentre le seconde producono il sebo che andrà a formare la barriera cutanea.
Non sono presenti invece i vasi sanguigni.
Infine, gli strati dell’epidermide hanno uno spessore davvero ridotto, circa 1-2 mm. La cute rappresenta quanto di più sottile possa esistere e necessita di essere trattata con la massima delicatezza. Pensate che la zona del contorno occhi è ancora più sottile, insieme a quella delle labbra. Rifletteteci ogni volta che strofinate con forza!
Altri due strati della struttura della pelle: derma e ipoderma
Subito sotto l’epidermide troviamo il derma, deputato alla funzione di sostegno, elasticità e nutrizione della pelle.
Anch’esso è diviso a sua volta in più strati ed è la sede di:
- vasi sanguigni, apparato pilo-sebaceo follicolare e ghiandole sudoripare;
- fibre collagene, fibre elastina e fibre reticolari;
- corpuscoli di Meissner (sensibilità tattile) e di Krause (sensibilità al freddo);
- la sostanza fondamentale, che si prepone di mantenere idratato il derma;
- altre cellule di cui sentiamo parlare spesso: i famosi fibroblasti che producono il collagene; l’elastina e i proteoglicani; le cellule ematiche (globuli bianchi); le plasmacellule (linfociti) che producono gli anticorpi; e gli istiociti (macrofagi) che inglobano le sostanze estranee e di scarto; i mastociti, che sintetizzano istamina, serotonina, eparina ed infine il famoso acido ialuronico.
Nell’ipoderma, situato sotto il derma, troviamo invece un tessuto ricco in: collagene, vasi sanguigni, linfociti, nervi e lipociti, cellule che immagazzinano il grasso. Vi sono poi i corpuscoli di pacini (sensibilità tattile) e quelli di ruffini (sensibilità al caldo) e tantissime sostanze liposolubili, come la vitamina A e il beta-carotene.
Poveri pori… lasciateli in pace!
La scelta, forse non del tutto convenzionale, che abbiamo deciso di adottare in Lace Beauty è quella di non ritoccare la grana della pelle delle modelle che posano per i nostri servizi fotografici.
Volevamo che si vedessero i fantomatici pori, per mostrarvela nella sua reale essenza.
Oggi siamo bombardati da immagini innaturali: dalla perfezione del corpo siamo passati a quella del viso e l’uso di photoshop e filtri ha distorto completamente la realtà, portando molte persone a credere di avere una brutta pelle.
I pori della pelle, oggi considerati un inestetismo da occultare, sono lo sbocco dei follicoli pilo-sebacei attraverso cui fluisce appunto il sebo che andrà a formare la barriera cutanea.
I pori dilatati (i “buchi” sulla pelle) possono essere una condizione “naturale” della struttura delle pelle ma possono dipendere anche dalla perdita di tono dei tessuti, legata a motivi diversi, come l’avanzare dell’età oppure i repentini sbalzi di peso. Inoltre, possono sopraggiungere quando c’è una iper-produzione di sebo. In quest’ultimo caso bisogna prestare attenzione ad adottare abitudini corrette ed usare prodotti che regolano la produzione sebacea, per evitare accumuli che possono determinare anche punti neri e brufoletti.
Come chiudere i pori? Semplice, non è possibile. Il poro non si allarga e si restringe “a comando”, non è un muscolo. Una volta dilatato dal passaggio o dal ristagno di una quantità eccessiva di sebo, non è possibile restringere il poro, si può però utilizzare lozioni ed esfolianti che fluidifichino il sebo e non permettano l’amplificarsi del ristagno. Inoltre attraverso una leggerissima esfoliazione, fanno sì che si veda solo la parte sottostante (quella in cui il poro è più “stretto”, per intenderci), particolarmente indicata quando il poro è soggetto a lassità cutanea. L’aspetto può essere inoltre minimizzato usando creme o primer riempitivi e la pelle può essere seboregolata con l’uso di prodotti astringenti, che non hanno la facoltà di chiudere il poro ma, aiutano ad equilibrarne gli scambi di sebo e sudore con l’esterno, impedendone il prolasso.
Cosa assorbe la pelle dai cosmetici?
Per assorbimento cutaneo si intende il passaggio delle sostanze attraverso gli strati della pelle fino al circolo ematico. In cosmetica non si parla di assorbimento, ma è più corretto parlare di permeabilità cutanea. I cosmetici infatti possono solo permeare attraverso i primi strati dell’epidermide e non è così facile oltretutto, in quanto ci riescono solo certe sostanze: devono infatti essere molto piccole (ecco perché si parla spesso di peso molecolare).
La permeabilità cutanea di un cosmetico può avvenire in tre modi:
- attraversando il corpo delle cellule;
- usando gli spazi fra una cellula e l’altra;
- attraverso i follicoli piliferi, sebacei e sudoripari.
Cosa permea? Non l’acqua, e lo so che vi stupirà: la nostra pelle è impermeabile. L’acqua contenuta nelle creme va semplicemente ad imbibire lo strato corneo, non viene assorbita ma svolge la funzione di preservare l’idratazione già presente nei nostri tessuti cutanei. Stesso dicasi per gli oli minerali, il collagene, i peptidi, i sali. Gli oli vegetali invece possono raggiungere gli spazi intercorneocitari, svolgendo un’azione restitutiva.
Questo però non significa che tutte le sostanze che non permeano siano inutili, in quanto la loro capacità di imbibire lo strato corneo lo renderà di più facile permeazione ad altre sostanze. Esistono poi i tensioattivi e gli emulsionanti, che vanno a sciogliere la nostra barriera per semplificare il passaggio di alcuni ingredienti cosmetici. Ci sono sostanze come i liposomi che, avendo una struttura simile a quella dei corpuscoli di Odland riescono a permeare fino allo strato lucido per rilasciare le sostanze utili alla formazione del cemento intercorneocitario.
Le sostanze che sono utili alla pelle
Quali sono quindi le sostanze funzionali alla struttura della pelle? Tutte quelle che riescono a mantenere in salute gli strati superficiali dell’epidermide: acqua, oli, burri e cere vegetali, ceramidi, acidi grassi, omega 3-6-9, umettanti (come l’acido ialuronico, la glicerina e il collagene), antiossidanti (come la vitamina E), gli oligoelementi e molte altre di cui vi parlerò in maniera più mirata nei prossimi articoli!
Spero che questo excursus sulla struttura della pelle vi abbia aiutato a capirne meglio le necessità e soprattutto i motivi per cui insisto nell’affermare che, quando si parla di pelle del viso e di pelle in generale, l’approccio “morbido” è sempre vincente, quindi è meglio utilizzare un detergente delicato.
Emozionate la vostra pelle, prendetevene cura!